In questa sezione troverete informazioni aggiornate riguardo le sentenze e le decisioni fondamentali delle Corti nonché le novità legislative più interessanti.
Filiazione naturale: la legge che equipara figli naturali a legittimi
Legge 10.12.2012 n° 219 , G.U. 17.12.2012
Eliminare qualsiasi forma di discriminazione tra figli legittimi e figli naturali, ossia nati fuori dal matrimonio.
E' l'obiettivo al quale mirano le nuove norme in materia di riconoscimento dei figli naturali contenute nella Legge 10 dicembre 2012, n. 219 pubblicata in Gazzetta Ufficiale 17 dicembre 2012, n. 293.
In particolare, il provvedimento modifica il codice civile e le disposizioni per l'attuazione del codice civile e disposizioni transitorie nei seguenti punti:
(Altalex, 18 dicembre 2012)
Affidamento esclusivo
- La Corte di Cassazione ha precisato che, se tra i coniugi sussiste un elevato livello di conflittualità, può essere corretto disporre l’affidamento esclusivo dei figli ad uno solo dei genitori. A giudizio della Suprema Corte, infatti, per affidare congiuntamente i figli ad entrambi i genitori è necessario «un accordo sugli obiettivi educativi, una buona alleanza genitoriale e un profondo rispetto dei rispettivi ruoli» Corte di Cassazione, sentenza n. 17191 del 01/09/2011
Assegno di mantenimento
- La Corte di Cassazione ha stabilito che ha diritto all’assegno di mantenimento anche il coniuge che, dopo la separazione, è tornato a vivere con i propri genitori e riceve da questi ultimi aiuto economico. Corte di Cassazione, sentenza n. 19579 del 26/09/2011
- La Suprema Corte ha precisato che l’assegno di mantenimento non può essere revocato per il solo fatto che il coniuge separato abbia intrapreso una nuova convivenza. L’assegno, infatti, spetta all’ex coniuge a meno che non si dimostri che si tratta di una convivenza stabile e duratura e che sono effettivamente migliorate le condizioni economiche del beneficiario dell’assegno.
Corte di Cassazione, sentenza n. 23968 del 24/11/2010
- La Corte di Cassazione ha chiarito che il genitore separato o divorziato che coabiti con il figlio divenuto maggiorenne ma non economicamente autosufficiente è legittimato iure proprio a richiedere all’altro genitore il versamento dell’assegno di mantenimento e il rimborso pro quota delle spese già sostenute per il figlio. Nel caso di specie, la Corte ha ritenuto che il genitore non convivente con il figlio maggiorenne sia obbligato al rimborso del 50% delle spese – non preventivamente concordate tra i genitori - relative ad un soggiorno-studio negli Stati Uniti, in quanto tale esperienza formativa è stata ritenuta di sicura utilità, se non addirittura necessaria, rispetto alle esigenze di apprendimento di una studentessa universitaria in lingue, nonché economicamente sostenibile, avuto riguardo alle condizioni socio-lavorative dei genitori.
Corte di Cassazione, sentenza n. 19607 del 26/09/2011
- La Corte di Cassazione ha, altresì, stabilito che l’obbligo dei genitori al mantenimento dei figli permane anche se questi ultimi sono vincitori di borse di studio o provvisti di occupazioni precarie o di natura temporanea. Tali occupazioni, infatti, non sono equiparabili agli ordinari rapporti di lavoro subordinato e, pertanto, non sono idonee a far cessare l’obbligo al mantenimento del figlio da parte del genitore tenuto al versamento dell’assegno.
Corte di Cassazione, sentenza n. 8954 del 14/04/2010 Assegno divorzile
- La Corte di Cassazione ha stabilito che il marito divorziato deve garantire all’ex moglie lostesso tenore di vita avuto nel corso del matrimonio. Se, dunque, la moglie in costanza di matrimonio era casalinga e abituata ad un elevato tenore di vita ( indossando, come nel caso di specie, abiti fimati e gioielli, costosi ) il marito, dopo il divorzio, è tenuto a versare un assegno mensile di importo considerevole in modo da consentirle di proseguire nell'acquisto di tali beni.
Corte di Cassazione, sentenza n. 1612 del 24/01/2011
- La Suprema Corte ha precisato che l’assegno divorzile è dovuto anche se l’ex coniuge lavora ed ha considerevoli redditi propri. Al fine di determinare l’importo dell’assegno di divorzio, infatti, deve essere compiuta una verifica in ordine ai mezzi a disposizione del coniuge richiedente il contributo, avendo riguardo al tenore di vita goduto in costanza di matrimonio. Rileva, pertanto, la disparità di condizioni economiche tra i coniugi, a prescindere dalla posizione professionale del coniuge richiedente. Corte di Cassazione, sentenza n. 4079 del 22/02/2010
- Se, però, uno degli ex coniugi ha intrapreso una stabile e duratura convivenza di fatto, viene meno il diritto alla corresponsione dell’assegno divorzile da parte dell’ex coniuge, diritto che si acquista nuovamente in caso di rottura della relazione di fatto.
Corte di Cassazione, sentenza n. 17195 del 11/08/2011
Riduzione assegno di mantenimento
- La Corte di Cassazione ha precisato che il coniuge obbligato al versamento dell’assegno di mantenimento non può decidere autonomamente di ridurre l’importo dell’assegno di mantenimento, anche se le proprie condizioni economiche sono peggiorate. Ove riducesse l’importo dell’assegno senza esservi preventivamente autorizzato dal Giudice della separazione, il coniuge incorre nel reato penale di violazione degli obblighi di assistenza familiare.
Corte di Cassazione, sentenza n. 5752 del 15/02/2011
-Il coniuge separato o divorziato, tenuto a contribuire al mantenimento del figlio, non può decidere autonomamente di ridurre od eliminare del tutto tale contributo per il solo fatto che il figlio sia divenuto maggiorenne. A tal fine, è necessario promuovere un giudizio di modifica delle condizioni di separazione o di divorzio. Corte di Cassazione, sentenza n. 13184 del 16/06/2011
- Un bene acquistato con risorse personali è escluso dalla comunione con il coniuge – La Suprema Corte ha affermato che, nel caso di acquisto di un bene - vigente il regime della comunione legale dei beni tra i coniugi - mediante l’impiego di altro bene di cui sia certa l’appartenenza al coniuge acquirente prima del matrimonio, l’acquisto dovrà ritenersi escluso dalla comunione legale e di natura personale al solo coniuge acquirente, anche se l’altro coniuge non ha reso la dichiarazione di cui all’art. 179 lett. f) c.c. innanzi al Notaio. Corte di Cassazione, sentenza n. 10855 del 4/06/2010
Richiesta quota TFR coniuge
– La richiesta, ai sensi dell’art. 12bis legge 898/1970, di una quota del TFR spettante al coniuge può essere formulata contestualmente alla domanda di divorzio o con apposito e separato giudizio ed è ammissibile anche se proposta prima del passaggio in giudicato della sentenza di divorzio che definitivamente pronuncia sul diritto o meno del coniuge richiedente alla corresponsione dell’assegno divorzile, dal quale deriva il diritto all’attribuzione di una quota del TFR.
Corte di Cassazione, sentenza n. 12175 del 06/06/2011
Ripartizione pensione di reversibilità tra coniuge superstite ed ex coniuge
- La Corte di Cassazione ha stabilito che, ai fini della ripartizione della pensione di reversibilità tra l’ex coniuge ed il coniuge superstite, si deve tenere conto non solo della durata dei rispettivi rapporti matrimoniali, ma anche della durata della precedente convivenza more uxorio tra il marito e la seconda moglie. Corte di Cassazione, sentenza n. 21153 del 13/10/2011
Risarcimento danni per infedeltà coniugale
- La Suprema Corte ha chiarito che i doveri nascenti dal matrimonio non sono di carattere esclusivamente morale ma hanno natura giuridica. Ne consegue che la violazione di quei doveri non viene sanzionato esclusivamente con i rimedi tipici del diritto di famiglia ( es. addebito della separazione ), ma integra gli estremi di un vero e proprio illecito civile, risarcibile in base ai principi generali che regolano la responsabilità aquiliana. Corte di Cassazione, sentenza n. 18853 del 15/09/2011
Risarcimento danni in favore del padre separato al quale viene impedito di vedere il figlio - Il Tribunale Ordinario di Roma ha condannato una moglie a risarcire il danno non patrimoniale subito dal marito separato a causa della condotta posta in essere dalla moglie, la quale ha volontariamente e reiteratamente ostacolato i rapporti padre-figlio. Nel caso di specie, il risarcimento è stato equitativamente determinato in € 50.000,00. Tribunale Ordinario di Roma, I Sez. Civile, G.U. Dott.ssa Mauro, 13/09/2011
Addebito della separazione e litigi con la suocera – La Corte di Cassazione ha ritenuto giustificato l’allontanamento del coniuge dalla casa coniugale a causa dei continui litigi con la suocera convivente, causa del“deterioramento dei rapporti tra gli stessi coniugi”. La condotta del coniuge che per questi motivi si è allontanato dalla casa coniugale non è stata ritenuta illegittima dalla Suprema Corte né idonea a giustificare una pronuncia di addebito della separazione in capo al coniuge allontanatosi. Corte di Cassazione, sentenza n. 4540 del 24/02/2011
Testimonianza dei figli sui maltrattamenti e addebito della separazione
- La Corte di Cassazione ha ritenuto rilevanti, ai fini della pronuncia di addebito della separazione nei confronti di uno dei coniugi, la testimonianza resa dai figli nell’ambito di un autonomo e separato giudizio penale in merito ai maltrattamenti in famiglia commessi nei confronti dell’altro coniuge.
Corte di Cassazione, sentenza n. 24164 del 17/11/2011
Costringere il partner a rapporti “non tradizionali” integra la fattispecie di violenza sessuale
– La Corte di Cassazione, Sezione IV Penale, ha stabilito che commette il reato di violenza sessuale il partner che costringa la propria compagna a rapporti sessuali non tradizionali e “non ortodossi”, contro la volontà di quest’ultima. Nel caso di specie, il reo è stato condannato a quattro anni di reclusione, nonché a corrispondere alla propria compagna la somma d € 25.000,00 a titolo di risarcimento del danno.
Corte di Cassazione, sentenza n. 36073 del 05/10/2011
Responsabilità del medico e onere della prova
– La Corte di Cassazione ha precisato che la responsabilità professionale del medico – ove pure egli si limiti alla diagnosi e all’illustrazione al paziente delle conseguenze della terapia o dell’intervento che ritenga di dover compiere, allo scopo di ottenere il necessario consenso informato – ha natura contrattuale e non precontrattuale. Ne consegue che, a fronte dell’allegazione, da parte del paziente, dell’inadempimento dell’obbligo di informazione da parte del medico, sarà quest’ultimo a dover dimostrare di aver adempiuto a tale obbligazione.
Corte di Cassazione, sentenza n. 11005 del 19/05/2011
Responsabilità del medico per omessa informazione sulle carenze della Struttura Sanitaria – La Corte di Cassazione ha stabilito che grava anche sul medico l’obbligo informativo circa i limiti di equipaggiamento o di organizzazione della Struttura Sanitaria, in ragione degli obblighi di protezione sussistenti nei confronti della paziente e dei terzi che siano in particolari relazioni con la stessa ( come, ad esempio, il coniuge od il nascituro portato in grembo ).
Corte di Cassazione, sentenza n. 3847 del 17/02/2011
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